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La giusta pressione delle ruote della bicicletta

  • Ottobre 17, 2012 13:00

"Nopsa" Domanda: qual è la giusta pressione a cui bisogna gonfiare le gomme della bici in città?

Risposta: la massima consigliata, la trovate scritta sul copertone. Cercate la scritta “inflate up to” e segue numeretto. Se piove potete pensare di sgonfiarli un po’, ma solo un po’, per avere maggiore aderenza: su tombini, strisce e segnaletica orizzontale varia si scivola facilmente in caso di pioggia.

Al contrario di quel che pensano molti gonfiando le gomme alla massima pressione è più difficile bucare e si fa molta, ma molta, meno fatica. Molti utenti della ciclofficina credono che basti limitarsi a gonfiarle “fino a quando sono dure“. Bene, sappiate che non è sufficiente, non abbiate paura che esplodano e gonfiate finché ve lo dice il manometro. Se non avete una pompa con manometro passate in ciclofficina.

Immagine di Mika Marttila sotto questa licenza CC

 

Comandi Shimano STI RX100 da otto velocità con pacco pignoni da sette

  • Ottobre 15, 2012 13:05

Alle cose buone ci si abitua in fretta e si rimpiangono sempre quando non le si può più gustare. Avendo pedalato su Eva per più di un anno mi ero felicemente abituato ai comandi cambio integrati nei freni. Alice invece montava un gruppo completo Shimano RX100 a sette velocità inizialmente coi comandi cambio sul tubo obliquo, in maniera classica, inizio anni ’90 per capirci. Poi mi sono stati regalati dei comandi integrati del medesimo gruppo, ma per pacco pignoni a otto velocità. A guardare un po’ in giro tutti (i venditori su ebay) garantivano che i primi potessero ben accompagnare i secondi, ma potrebbe essere questione di gusti. Si può fare? Non si può? Proviamo. Ecco a voi la ricetta:

Tempo di cottura: 3 ore circa, ma avevo da fare altre cose sulla bici.

Ingredienti: gruppo Shimano RX100 completo con pacco pignoni da sette velocità, comandi STI da otto velocità del medesimo gruppo fili freno e cambio, grasso, guaine cambio e freno q.b.

Strumenti: brugole, cacciaviti, nastro adesivo.

Difficoltà: media.

Prendete la bici, mondatela del vecchio nastro manubrio, iniziate con lo sfilare i vecchi fili freno (e solo quelli per il momento, che se le cose vanno male

Attrezzi per la bicicletta da portarsi dietro in città

  • Ottobre 12, 2012 13:15

Attrezzi da ciclofficinaIl kit che vi servirebbe per stare veramente tranquilli potrebbe essere composto più o meno come in foto, ma potrete essere previdenti quanto vi pare ricordate che è la legge di Murphy:

Se qualcosa può andar male lo farà

che regola le nostre vite e di conseguenza per quanto vi sbattiate vi mancherà sempre proprio l’attrezzo che vi serve. Se anche pensate di infilare in borsa qualche kg di attrezzi questo si rivelerà inutile: se porterete tutti gli attrezzi che avete in casa vi servirà un trapano a colonna o una saldatrice. Se li aveste con voi non avrete accesso alla rete elettrica. Se portate con voi anche un gruppo elettrogeno non avreste benzina e così via. Rassegnatevi: l’universo è fatto contro di noi¹. Fatta questa doverosa premessa vediamo di trovare un giusto compromesso tra quello che vi potrà succedere (tutto) e quello a cui potrete porre rimedio per strada (poco e niente).

Regolare l’altezza del sellino (e salvare il mondo)

  • Ottobre 11, 2012 14:50

Può sembrare un’operazione banale e anche di poco conto, ma la giusta regolazione dell’altezza del sellino è fondamentale per pedalare salvaguardando le ginocchia e facendo meno fatica. Andando in giro non è raro vedere ciclisti col sellino all’altezza sbagliata, quasi sempre troppo in basso. Al di là della maggiore fatica che fate ne risente anche l’estetica. Il ciclista col sellino troppo basso pedala appallottolato, quasi rattrappito sulla sua bicicletta in una posizione semifetale che non permette il giusto dispiegarsi delle energie. Pensatelo come una pianta in un vaso troppo piccolo o un pesce in una boccia. In più dà l’impressione di essere un eterno incompiuto. Viceversa se il sellino è messo alla giusta altezza la gamba distesa è slanciata come l’indole di chi pedala allegramente, la postura più elegante, la pedalata più piacevole e trasmette al ciclista più sicurezza e a chi lo vede la sensazione di un’opera d’arte in movimento che nuota sicura nel flusso del traffico. Se pensate che mi soffermi su tale descrizione perché ho a cuore il vostro aspetto estetico

Accessorio indispensabile in bicicletta

  • Ottobre 10, 2012 13:36

PetSmart bagDi tutte le cose che mi porto dietro quando vado in bicicletta l’unica cosa a cui non rinuncerei mai – se non sotto tortura o adeguata contropartita in denaro o beni voluttuari quali cibi saporiti o beveraggi – è senza dubbio una busta di plastica appallottolata e infilata sotto il sellino. La busta di plastica per la spesa svolge tre comodissime funzioni: copre il sellino o il manubrio in caso di pioggia, può essere usata come guanto per non sporcarsi le mani in caso si tolga la catena e, non ci avreste mai pensato, fa da busta di plastica per la spesa. Se volete coprire sellino e manubrio per preservare i comandi del cambio e impedire che il nastro sul manubrio si impregni d’acqua portatene due, ma accertatevi che la busta che scegliete per il manubrio sia sufficiente, richiede molta più capienza di quanto si possa immaginare ad occhio. Vi consiglio di cercare buste vecchio tipo, non biodegradabili: visto che soprattutto d’inverno di certo un po’ d’acqua se la prenderanno e col tempo potrebbero iniziare a sciogliersi.

L’accessorio indispensabile risulta così indispensabile che più di una volta me l’hanno fregato. I luoghi più pericolosi da questo punto di vista sono i paraggi dei supermercati dove orde di casalinghe allo sbando non vedono l’ora di accaparrarsi una busta in più o l’ennesima offerta speciale. Inutile pensare di rivolgersi alle autorità competenti, i casi sono troppo numerosi e le forze dell’ordine per mancanza di risorse e oberate di lavoro non riescono a contrastare il fenomeno. Cos’altro dobbiamo aspettare per un giro di vite per la repressione di queste bande di facinorose che turbano la serenità degli onesti ciclisti?

Immagine di 19melissa68 sotto questa licenza CC

Il casco da bicicletta

  • Ottobre 9, 2012 13:15

not a fan of the helmetCome detto ieri io uso il casco per andare in bici e aggiungo che lo uso sempre. Ho iniziato a usarlo qualche mese dopo la morte di Eva, dopo che un suo amico ha detto che forse si sarebbe salvata se lo avesse usato. Non è strettamente necessario, non sempre è determinante nel salvarti la vita, spero che non sia mai obbligatorio, ma io continuo ad usarlo e anche ieri mi è stato fondamentale. In rete però si becca gente che dice che è inutile o che addirittura dannoso, ma ogni volta che ho incontrato questo genere di affermazioni non ho mai trovato nessun dato a supporto. Mi ricordano certi complottisti pronti a credere alle teorie più assurde o ragazzini di quindici anni che sostengono che a loro sul motorino non serve perché hanno la testa dura. Io posso invece raccontare la mia esperienza. Nei tre incidenti – fate voi quanto gravi – che ho avuto mi ha di certo protetto. Nel primo e peggiore che ho fatto mi sono ribaltato a 180° perché il portapacchi che andavo a montare su Eva ha deciso di infilarsi nella ruota anteriore. Frattura della mandibola, punti sotto la mento, denti rotti e una bella capocciata. Mi sono alzato ed ero completamente suonato, sono sceso due volte dalla ambulanza per legare la bici, avendo dimenticato che l’avevo legata pochi secondi prima. Medici e infermieri sono stati unanimi nel dire che il ricovero sarebbe stato ben diverso se non avessi avuto il casco. Un’altra volta avevo regolato i freni di Alice in maniera… ehm,  un po’ troppo aggressiva, stavo correndo e una macchina frena improvvisamente, inchiodo pure io:  altro 180°, altri punti sotto il mento, un’altra capocciata e un dito rotto. Anche questa volta i medici hanno detto che il casco è stato utile. Ieri il grosso della botta è stato assorbito dalla ruota anteriore e dal casco stesso, la botta più forte ricordo chiaramente di averla sentita proprio alla testa e sono stato stordito per un po’ di tempo. A voi le conclusioni.

Immagine di dolanh sotto questa licenza CC

Incidente in bici – Lettera agli automobilisti

  • Ottobre 8, 2012 20:41

Oggi tornando dal lavoro sono stato investito in bicicletta. Dinamica delle più classiche: andavo a centro strada in pieno giorno, ben visibile quindi, una signora si ferma allo stop, guarda a destra e non mi nota, guarda a sinistra e non c’era nessuno, invece di riguardare a destra passa mentre stavo passando io. Ho urlato, ma non ho avuto neanche il tempo di frenare: preso in pieno. Più che spaventato mi alzo incazzato come non mai e le grido: «¡Me podría matar!». Lei scende quasi in lacrime e palesemente scossa. Un attimo per capire cosa avessi e vista la bella botta alla testa decido di farmi accompagnare da un medico. Lo fa la stessa signora dopo che io ho tranquillizzato lei. Dopo un po’ d’attesa vengo visitato e per il momento pare che non abbia nulla. Alice invece ha due ruote storte, una luce rotta, speriamo nessun danno al telaio, ma ancora devo finire di fare il computo dei danni, di certo devo cambiare anche il casco. Già il casco. La capocciata è stata notevole e ho lasciato anche belle ammaccature alla macchina: di certo mi ha aiutato. Ora ho una serie di dolori sparsi alla base del collo e qualche graffio. La signora ha già chiamato l’assicurazione e nei prossimi giorni verrò contattato per il risarcimento. Ho detto alla signora, veramente mortificata, che la prossima volta deve far più attenzione.

Cari automobilisti, vi rendete conto che a vostra insaputa avete un’arma sotto il culo? Non credo che nessuno di voi sia intrinsecamente cattivo, ma dovreste rendervi conto che potreste ammazzare qualcuno per una semplice distrazione. Accendere una sigaretta, cambiare il CD, girarvi a guardare una cosa o guardare distrattamente a una precedenza, per non parlare di chi mangia, telefona, invia sms o addirittura si trucca. Potenzialmente sono tutti comportamenti assassini. Non cito volontariamente altre cose universalmente accettate come pericolose. Accompagnandomi a casa la signora si era tranquillizzata, le è bastato vedere le ammaccature e i graffi che ho lasciato sull’auto per ricominciare a tremare come una foglia e ha detto: «Te podría matar»…

Aggiungere un rapporto alla propria bici? No, meglio altri interventi.

  • Ottobre 8, 2012 14:10

Miyata Century cassettePiuttosto spesso passa gente in ciclofficina che chiede di poter cambiare il pacco pignoni per aggiungere un rapporto perché in salita arranca. Sconsiglio questo genere di intervento per molti motivi: in linea di massima anche una per una persona poco allenata cinque o sei rapporti sono più che sufficienti e aggiungerne uno comporta più problemi che vantaggi. A meno che non si abbia un cambio vecchio quelli attuali sono sincronizzati, significa che a un clic del comando corrisponde un cambio di rapporto. In questo caso il pacco pignoni e il comando del cambio sono progettati per lavorare assieme e quindi o si cambia anche il comando con uno compatibile o di conseguenza aggiungendo un pignone si va a perdere la sincronizzazione. In qualche caso con un gran lavoro si può cercare di conservarla. Insomma il gioco non vale la candela. Quel che consiglio invece sono una serie di interventi più semplici, che andrebbero fatti con una certa periodicità su tutte le bici, che permettono di rendere la propria bici più efficiente senza impelagarsi in laboriose messe a punto. Tanto per cominciare consiglio di gonfiare le gomme: molti di quelli che passano per la ciclofficina ignorano che le gomme vanno gonfiate una volta a settimana e che vanno tenute alla massima pressione consigliata per faticare meno. Già questo semplicissimo intervento permette di migliorare molto la propria bici. Altra cosa che faccio fare è controllare se i tacchetti del freno tocchino il cerchio: una cosa che succede spesso è che i cerchi siano storti e di conseguenza i pattini struscino sul cerchio col risultato di andare in giro frenati. Raddrizzare il cerchio richiede un po’ di esperienza, bisogna avvitare o svitare i nipples in corrispondenza dei punti in cui la ruota tocca: i meccanici della ciclofficina ci sono apposta per aiutarvi. Infine si deve anche controllare che i coni non siano troppo stretti e pensare di ringrassare completamente i mozzi. Dopo questi passaggi la bici sembra completamente diversa e di solito non si sente più il bisogno di aggiungere un altro pignone.

Immagine di ragnar1984 sotto questa licenza CC

Sgancio rapido o quasi

  • Ottobre 7, 2012 15:13
Sgancio rapido antifurto

Soluzione non proprio elegante, ma decisamente funzionale.

Sono tornato qualche giorno fa da New York, dove sono passato prima di andare a San Francisco per il ventennale di Critical Mass. New York è bellissima, ma soprattutto è strapiena di biciclette e i furti devono essere all’ordine del giorno sia per quel che riguarda le bici che i loro componenti. La dimensione di catene e lucchetti usati mi sembra un buon indizio in tal senso. Le ruota sono tra le cose che più spesso vengono rubate, soprattutto se dotate di sgancio rapido e non vengono assicurate con una catena. I messenger newyorchesi hanno trovato questa soluzione, non troppo elegante ma funzionale per risolvere il problema. Applicano allo sgancio rapido una fascetta da idraulico per bloccarlo e dubito che il ladro voglia armeggiare per qualche minuto  con un cacciavite per aprire lo sgancio rapido. Certo si potrebbe cambiare l’asse, ma non è propriamente un’operazione veloce e molti messenger non credo che abbiano a disposizione attrezzi e competenze per farlo. D’altro canto se si buca non si deve per forza smontare la ruota per riparare la camera d’aria e se invece si va di fretta e la si vuole sostituire basta avere a portata di mano un cacciavite per allentare la fascetta e di certo si perderebbero molto più tempo o soldi a legare ogni volta anche le ruote o peggio a farsele fregare.

La vera bici da messenger newyorchese

  • Ottobre 7, 2012 03:33

Ecco a voi la vera bici da messenger di NYC!

Il messenger newyorchese è una sorta di essere mitologico nell’ambito dei ciclisti urbani, vuole la leggenda che questo personaggio favoloso per fare un lavoro sottopagato e spesso senza copertura medica utilizzi costosi telai da pista, possibilmente senza freni e che trasporti i suoi carichi in grosse borse a tracolla. Girando per NYC non ho mai beccato questa figura, al massimo qualche hipster che girava su bici con la ruota libera sul mozzo flip flop senza montare il freno anteriore perché così fa fico. D’altro canto la cosa è abbastanza strana: perché dovrei utilizzare un mezzo da competizione, da pista per di più, per andare a fare consegne? Come se invece del furgone si utilizzasse una monoposto da formula 1. Girando girando gli unici che ho beccato che andavano a far consegne per NYC erano sudamericani su MTB come questa. Vi faccio notare l’enorme portapacchi anteriore, le fascette da idraulico che bloccano gli sganci rapidi, la robusta catena per assicurare la bici, il parafango posteriore (ma altre bici lo avevano anche anteriore) e il nastro grossomodo in tinta che copre tutta la bici, non so se per motivi estetici o per proteggerla dai graffi e dall’ossido. Insomma uno strumento di lavoro, senza fronzoli, che permette di salire e scendere dai marciapiedi e che tutto sommato è anche molto meno appetibile per un ladro rispetto a un telaio Bianchi pista, coi cerchi a profilo alto in tinta con la catena, la sella San Marco in pelle e il manubrietto con le maniglie a stella. Alla faccia della leggenda!