ciclismo urbano

Povera bici

  • Ottobre 25, 2012 09:20

E chi dice che una bici da corsa non è maneggevole?

Ergopower Campagnolo vs STI Shimano

  • Ottobre 23, 2012 09:44

Gli ergopower e gli STI (Shimano Total Integration) sono i comandi integrati nelle leve freno, i primi sono Campagnolo, i secondi Shimano. Come segnalato ho montato gli STI su Alice qualche tempo fa. Su Eva invece ho degli ergopower. Giappone vs Italia insomma. La millenaria saggezza del Sol Levante

contro l’italica arte di arrangiarsi

o se preferite la grande scienza giapponese…

Ciclofighismo, troglociclismo e troglofighismo

  • Ottobre 22, 2012 09:46

Nel ciclismo urbano si distinguono le tre grandi categorie che danno il titolo a questo post. Questa tassonomia nasce da attenta e accurata analisi antrosociologica effettuata negli anni sulle strade di varie città. Basata quindi su solide basi scientifiche merita lettura e riflessioni che escono dagli ambiti tipici dell’accademia per dare una lettura della società tutta. Passiamo quindi all’analisi delle categorie riportate.

ciclista tecnico

Tipico ciclofighista.

Trolociclista

Tipico troglociclista.

A quattro anni in mountain bike

  • Ottobre 19, 2012 11:01

A quattro anni scende per un percorso attrezzato in mountain bike e voi non potete andare al lavoro in bici?

Bici rubata (e consigli per non farsela rubare)

  • Ottobre 19, 2012 10:12

Non è il numero di telaio!

Non è il numero di telaio!

Ho letto una serie di articoli sul corriere (1, 2 e un commento qui) a proposito di un furto di una bicicletta e dei tentativi di cercarla. Purtroppo Giuseppe, la vittima del furto, ha compiuto una serie di errori a catena, dettati forse da inesperienza. In primo luogo è uscito con una bici di marca e anche ben tenuta che dà molto nell’occhio. Non che sia vietato, anzi lui stesso dice di averlo fatto perché non aveva alternativa, ma le bici più appetibili sono proprio quelle di marchi blasonati e se le parcheggiate in mezzo a tante altre saranno le prime ad essere prese di mira. Su consiglio dei vigili urbani poi ha fotografato il numero di telaio o meglio quel che credeva fosse il numero di telaio. In realtà ha solo fotografato una serie di numeri (forse il modello e qualche parametro costruttivo) che erano sul manubrio e che non hanno nessun valore per recuperare la bici. Il numero di telaio, quando c’è, di solito è punzonato (inciso) sotto la scatola del movimento centrale, quella parte della bici in cui passa l’asse dei pedali. Anche questa cosa però non è che sia di chissà quale aiuto, non essendo obbligatorio un numero di matricola per le bici può essere semplicemente limato o stuccato senza che nessuno possa obiettare nulla. Ha poi legato la bici in bella vista (bene) in mezzo a tante altre (meno bene, tante bici, tanti ladri). L’ha legata con una catena che nel gergo delle ciclofficine è poco più di un filo interdentale. Sebbene siano solide all’apparenza si tagliano molto facilmente e infatti così e stato, guardate qui piuttosto cosa usano a New York per legare una bici. Per legare la mia bici mi assicuro che la stia legando a qualcosa di solido (sembrerà strano, ma molti pali si sfilano facilmente) uso una catena a sezione quadra per il telaio e

La giusta pressione delle ruote della bicicletta

  • Ottobre 17, 2012 13:00

"Nopsa" Domanda: qual è la giusta pressione a cui bisogna gonfiare le gomme della bici in città?

Risposta: la massima consigliata, la trovate scritta sul copertone. Cercate la scritta “inflate up to” e segue numeretto. Se piove potete pensare di sgonfiarli un po’, ma solo un po’, per avere maggiore aderenza: su tombini, strisce e segnaletica orizzontale varia si scivola facilmente in caso di pioggia.

Al contrario di quel che pensano molti gonfiando le gomme alla massima pressione è più difficile bucare e si fa molta, ma molta, meno fatica. Molti utenti della ciclofficina credono che basti limitarsi a gonfiarle “fino a quando sono dure“. Bene, sappiate che non è sufficiente, non abbiate paura che esplodano e gonfiate finché ve lo dice il manometro. Se non avete una pompa con manometro passate in ciclofficina.

Immagine di Mika Marttila sotto questa licenza CC

 

Attrezzi per la bicicletta da portarsi dietro in città

  • Ottobre 12, 2012 13:15

Attrezzi da ciclofficinaIl kit che vi servirebbe per stare veramente tranquilli potrebbe essere composto più o meno come in foto, ma potrete essere previdenti quanto vi pare ricordate che è la legge di Murphy:

Se qualcosa può andar male lo farà

che regola le nostre vite e di conseguenza per quanto vi sbattiate vi mancherà sempre proprio l’attrezzo che vi serve. Se anche pensate di infilare in borsa qualche kg di attrezzi questo si rivelerà inutile: se porterete tutti gli attrezzi che avete in casa vi servirà un trapano a colonna o una saldatrice. Se li aveste con voi non avrete accesso alla rete elettrica. Se portate con voi anche un gruppo elettrogeno non avreste benzina e così via. Rassegnatevi: l’universo è fatto contro di noi¹. Fatta questa doverosa premessa vediamo di trovare un giusto compromesso tra quello che vi potrà succedere (tutto) e quello a cui potrete porre rimedio per strada (poco e niente).

Regolare l’altezza del sellino (e salvare il mondo)

  • Ottobre 11, 2012 14:50

Può sembrare un’operazione banale e anche di poco conto, ma la giusta regolazione dell’altezza del sellino è fondamentale per pedalare salvaguardando le ginocchia e facendo meno fatica. Andando in giro non è raro vedere ciclisti col sellino all’altezza sbagliata, quasi sempre troppo in basso. Al di là della maggiore fatica che fate ne risente anche l’estetica. Il ciclista col sellino troppo basso pedala appallottolato, quasi rattrappito sulla sua bicicletta in una posizione semifetale che non permette il giusto dispiegarsi delle energie. Pensatelo come una pianta in un vaso troppo piccolo o un pesce in una boccia. In più dà l’impressione di essere un eterno incompiuto. Viceversa se il sellino è messo alla giusta altezza la gamba distesa è slanciata come l’indole di chi pedala allegramente, la postura più elegante, la pedalata più piacevole e trasmette al ciclista più sicurezza e a chi lo vede la sensazione di un’opera d’arte in movimento che nuota sicura nel flusso del traffico. Se pensate che mi soffermi su tale descrizione perché ho a cuore il vostro aspetto estetico

Accessorio indispensabile in bicicletta

  • Ottobre 10, 2012 13:36

PetSmart bagDi tutte le cose che mi porto dietro quando vado in bicicletta l’unica cosa a cui non rinuncerei mai – se non sotto tortura o adeguata contropartita in denaro o beni voluttuari quali cibi saporiti o beveraggi – è senza dubbio una busta di plastica appallottolata e infilata sotto il sellino. La busta di plastica per la spesa svolge tre comodissime funzioni: copre il sellino o il manubrio in caso di pioggia, può essere usata come guanto per non sporcarsi le mani in caso si tolga la catena e, non ci avreste mai pensato, fa da busta di plastica per la spesa. Se volete coprire sellino e manubrio per preservare i comandi del cambio e impedire che il nastro sul manubrio si impregni d’acqua portatene due, ma accertatevi che la busta che scegliete per il manubrio sia sufficiente, richiede molta più capienza di quanto si possa immaginare ad occhio. Vi consiglio di cercare buste vecchio tipo, non biodegradabili: visto che soprattutto d’inverno di certo un po’ d’acqua se la prenderanno e col tempo potrebbero iniziare a sciogliersi.

L’accessorio indispensabile risulta così indispensabile che più di una volta me l’hanno fregato. I luoghi più pericolosi da questo punto di vista sono i paraggi dei supermercati dove orde di casalinghe allo sbando non vedono l’ora di accaparrarsi una busta in più o l’ennesima offerta speciale. Inutile pensare di rivolgersi alle autorità competenti, i casi sono troppo numerosi e le forze dell’ordine per mancanza di risorse e oberate di lavoro non riescono a contrastare il fenomeno. Cos’altro dobbiamo aspettare per un giro di vite per la repressione di queste bande di facinorose che turbano la serenità degli onesti ciclisti?

Immagine di 19melissa68 sotto questa licenza CC

Il casco da bicicletta

  • Ottobre 9, 2012 13:15

not a fan of the helmetCome detto ieri io uso il casco per andare in bici e aggiungo che lo uso sempre. Ho iniziato a usarlo qualche mese dopo la morte di Eva, dopo che un suo amico ha detto che forse si sarebbe salvata se lo avesse usato. Non è strettamente necessario, non sempre è determinante nel salvarti la vita, spero che non sia mai obbligatorio, ma io continuo ad usarlo e anche ieri mi è stato fondamentale. In rete però si becca gente che dice che è inutile o che addirittura dannoso, ma ogni volta che ho incontrato questo genere di affermazioni non ho mai trovato nessun dato a supporto. Mi ricordano certi complottisti pronti a credere alle teorie più assurde o ragazzini di quindici anni che sostengono che a loro sul motorino non serve perché hanno la testa dura. Io posso invece raccontare la mia esperienza. Nei tre incidenti – fate voi quanto gravi – che ho avuto mi ha di certo protetto. Nel primo e peggiore che ho fatto mi sono ribaltato a 180° perché il portapacchi che andavo a montare su Eva ha deciso di infilarsi nella ruota anteriore. Frattura della mandibola, punti sotto la mento, denti rotti e una bella capocciata. Mi sono alzato ed ero completamente suonato, sono sceso due volte dalla ambulanza per legare la bici, avendo dimenticato che l’avevo legata pochi secondi prima. Medici e infermieri sono stati unanimi nel dire che il ricovero sarebbe stato ben diverso se non avessi avuto il casco. Un’altra volta avevo regolato i freni di Alice in maniera… ehm,  un po’ troppo aggressiva, stavo correndo e una macchina frena improvvisamente, inchiodo pure io:  altro 180°, altri punti sotto il mento, un’altra capocciata e un dito rotto. Anche questa volta i medici hanno detto che il casco è stato utile. Ieri il grosso della botta è stato assorbito dalla ruota anteriore e dal casco stesso, la botta più forte ricordo chiaramente di averla sentita proprio alla testa e sono stato stordito per un po’ di tempo. A voi le conclusioni.

Immagine di dolanh sotto questa licenza CC