ciclismo urbano

Incidente in bici – Lettera agli automobilisti

  • Ottobre 8, 2012 20:41

Oggi tornando dal lavoro sono stato investito in bicicletta. Dinamica delle più classiche: andavo a centro strada in pieno giorno, ben visibile quindi, una signora si ferma allo stop, guarda a destra e non mi nota, guarda a sinistra e non c’era nessuno, invece di riguardare a destra passa mentre stavo passando io. Ho urlato, ma non ho avuto neanche il tempo di frenare: preso in pieno. Più che spaventato mi alzo incazzato come non mai e le grido: «¡Me podría matar!». Lei scende quasi in lacrime e palesemente scossa. Un attimo per capire cosa avessi e vista la bella botta alla testa decido di farmi accompagnare da un medico. Lo fa la stessa signora dopo che io ho tranquillizzato lei. Dopo un po’ d’attesa vengo visitato e per il momento pare che non abbia nulla. Alice invece ha due ruote storte, una luce rotta, speriamo nessun danno al telaio, ma ancora devo finire di fare il computo dei danni, di certo devo cambiare anche il casco. Già il casco. La capocciata è stata notevole e ho lasciato anche belle ammaccature alla macchina: di certo mi ha aiutato. Ora ho una serie di dolori sparsi alla base del collo e qualche graffio. La signora ha già chiamato l’assicurazione e nei prossimi giorni verrò contattato per il risarcimento. Ho detto alla signora, veramente mortificata, che la prossima volta deve far più attenzione.

Cari automobilisti, vi rendete conto che a vostra insaputa avete un’arma sotto il culo? Non credo che nessuno di voi sia intrinsecamente cattivo, ma dovreste rendervi conto che potreste ammazzare qualcuno per una semplice distrazione. Accendere una sigaretta, cambiare il CD, girarvi a guardare una cosa o guardare distrattamente a una precedenza, per non parlare di chi mangia, telefona, invia sms o addirittura si trucca. Potenzialmente sono tutti comportamenti assassini. Non cito volontariamente altre cose universalmente accettate come pericolose. Accompagnandomi a casa la signora si era tranquillizzata, le è bastato vedere le ammaccature e i graffi che ho lasciato sull’auto per ricominciare a tremare come una foglia e ha detto: «Te podría matar»…

Sgancio rapido o quasi

  • Ottobre 7, 2012 15:13
Sgancio rapido antifurto

Soluzione non proprio elegante, ma decisamente funzionale.

Sono tornato qualche giorno fa da New York, dove sono passato prima di andare a San Francisco per il ventennale di Critical Mass. New York è bellissima, ma soprattutto è strapiena di biciclette e i furti devono essere all’ordine del giorno sia per quel che riguarda le bici che i loro componenti. La dimensione di catene e lucchetti usati mi sembra un buon indizio in tal senso. Le ruota sono tra le cose che più spesso vengono rubate, soprattutto se dotate di sgancio rapido e non vengono assicurate con una catena. I messenger newyorchesi hanno trovato questa soluzione, non troppo elegante ma funzionale per risolvere il problema. Applicano allo sgancio rapido una fascetta da idraulico per bloccarlo e dubito che il ladro voglia armeggiare per qualche minuto  con un cacciavite per aprire lo sgancio rapido. Certo si potrebbe cambiare l’asse, ma non è propriamente un’operazione veloce e molti messenger non credo che abbiano a disposizione attrezzi e competenze per farlo. D’altro canto se si buca non si deve per forza smontare la ruota per riparare la camera d’aria e se invece si va di fretta e la si vuole sostituire basta avere a portata di mano un cacciavite per allentare la fascetta e di certo si perderebbero molto più tempo o soldi a legare ogni volta anche le ruote o peggio a farsele fregare.

La vera bici da messenger newyorchese

  • Ottobre 7, 2012 03:33

Ecco a voi la vera bici da messenger di NYC!

Il messenger newyorchese è una sorta di essere mitologico nell’ambito dei ciclisti urbani, vuole la leggenda che questo personaggio favoloso per fare un lavoro sottopagato e spesso senza copertura medica utilizzi costosi telai da pista, possibilmente senza freni e che trasporti i suoi carichi in grosse borse a tracolla. Girando per NYC non ho mai beccato questa figura, al massimo qualche hipster che girava su bici con la ruota libera sul mozzo flip flop senza montare il freno anteriore perché così fa fico. D’altro canto la cosa è abbastanza strana: perché dovrei utilizzare un mezzo da competizione, da pista per di più, per andare a fare consegne? Come se invece del furgone si utilizzasse una monoposto da formula 1. Girando girando gli unici che ho beccato che andavano a far consegne per NYC erano sudamericani su MTB come questa. Vi faccio notare l’enorme portapacchi anteriore, le fascette da idraulico che bloccano gli sganci rapidi, la robusta catena per assicurare la bici, il parafango posteriore (ma altre bici lo avevano anche anteriore) e il nastro grossomodo in tinta che copre tutta la bici, non so se per motivi estetici o per proteggerla dai graffi e dall’ossido. Insomma uno strumento di lavoro, senza fronzoli, che permette di salire e scendere dai marciapiedi e che tutto sommato è anche molto meno appetibile per un ladro rispetto a un telaio Bianchi pista, coi cerchi a profilo alto in tinta con la catena, la sella San Marco in pelle e il manubrietto con le maniglie a stella. Alla faccia della leggenda!