ciclismo urbano
Casco rotto
Dopo quasi quattro mesi dall’incidente l’assicurazione si è fatta sentire e mi ha chiesto di produrre delle foto della bici e del casco. Facendo le foto mi sono accorto che il casco si è spaccato oltre che essersi scollato in diversi punti. Il contenuto del casco invece è rimasto integro.Fate voi.
Strisce blu
Ossia la dimostrazione che un buono strumento, se usato male, fa un sacco di danni. Me lo ricordo ancora: furono introdotte in maniera massiccia a metà degli anni novanta con lo scopo di disincentivare l’uso dell’auto chiedendo un balzello non troppo economico per ogni ora di parcheggio. In più si vincolavano gli introiti al miglioramento del trasporto pubblico. Passava un concetto semplice: l’auto è un costo per la collettività (manutenzione strade, parcheggi, ma soprattutto inquinamento e incidenti) e se vuoi usarla devi pagare, in questa maniera si riuscì a decongestionare il traffico. Nelle grandi città si aveva la possibilità di parcheggiare gratis nella propria zona e altrove si pagava. Poi gli incassi delle strisce blu non furono più vincolati al miglioramento del trasporto pubblico, ma usati per rimpinguare le casse dei comuni, a volte ingordi, che magari ne piazzavano più del dovuto. Pian piano coi tagli che sono stati fatti agli enti locali si sono di fatto trasformate in un balzello con comuni che le hanno proposte anche sotto forma di abbonamento, senza nemmeno la possibilità di parcheggiare gratis nel proprio quartiere: in questo modo il fine di disincentivare l’uso dell’auto se n’è andato a farsi benedire e il provvedimento si è
Andare in bici in città: consigli di guida
Molti quando sentono che vado in bici in città mi chiedono se non ho paura, se è pericoloso. No, non ho paura e sì può essere pericoloso se non si fa attenzione, ma basta seguire poche regole dettate dal buonsenso.
- Tenete la destra, ma non troppo. State a destra, ma tenetevi ad almeno un paio di metri dalle auto parcheggiate: gli automobilisti hanno l’abitudine di aprire lo sportello senza guardare e di conseguenza di aprirvelo in faccia. In più stare a due metri dal bordo della carreggiata vi rende più visibili. Se la carreggiata si stringe e la vostra posizione è d’intralcio per le auto che stanno dietro fregatevene e lasciateli pure suonare: stare per strada è un diritto vostroquanto il loro e non ha senso mettersi in pericolo perché qualcuno ha il clacson facile.
- Siate prevedibili. Cercate di fare in modo che gli altri capiscano dove volete andare, segnalate i vostri cambi di direzione, non zigzagate né buttatevi in mezzo alla carreggiata all’improvviso.
- Attenti ai binari del tram. Sono terribili e pericolosi, cercate di non passarci troppo vicino se dovete attraversarli fate in modo che le ruote formino con loro sempre un angolo di almeno 30°.
- Non siate esuberanti, ma nemmeno pavidi.Il traffico ha le sue
La bicicletta olandese
Sono stato varie volte ad Amsterdam, ma questa era la prima dopo che ho iniziato a pedalare in città e che ho imparato qualcosa di tecnica ciclistica. Sono rimasto abbastanza impressionato dalle geometrie che hanno le tipiche bici olandesi. Guardate la foto: l’insieme tubo sterzo e manubrio sono più lunghi della forcella. Per di più gli olandesi pedalano quasi come se fossero in poltrona e senza mai distendere completamente le gamba eppure, nonostante queste bici che pesano un accidente vanno sempre veloci. Più che tecnica ed ergonomia contano le gambe, che sono ben allenate un po’ per tutti da queste parti. Allenate poi è pure un’altra parola grossa: pedalano tutti i giorni. E quello basta. Pure a voi.
Bicicletta ed endorfine
Negli ultimi tempi tra viaggi di lavoro e il perito dell’assicurazione che non si decide a venire a vedere Alice ho pedalato veramente poco. Se poi ci aggiungiamo che l’autunno mi mette di cattivo umore con le giornate che si accorciano e il freddo che arriva (che a Madrid è davvero tanto) il quadro è completo e capite che giravo con l’umore sotto le scarpe. La soluzione è stata quella di rimettere in sesto Alice alla buona (con una ruota che ho trovato nell’immondizia a marzo) per tornare a pedalare un po’. Pedalare m’ha messo di buonumore e me lo aspettavo. Il giorno dell’incidente era anche il primo giorno di lavoro dopo le ferie e potete immaginare che proprio non ne avevo voglia. Prendere la bici per andare al lavoro, macinare un po’ di chilometri mi cambiò lo stato d’animo sul serio. La stessa cosa sta succedendo in questi giorni: pedalare mi sta mettendo di buonumore e la spiegazione è presto detta: muoversi, fare attività fisica, anche blanda come la bici, favorisce la produzione di endorfine. Guardate che dice wikipedia a proposito:
Rapporto ACI CENSIS: una serie (quasi) ininterrotta di buone notizie
Leggo sulla pagina motori di Repubblica il rapporto ACI CENSIS sul rapporto tra italiani e automobili. Per via della crisi gli italiani usano un po’ meno l’auto, preferiscono mobilità alternativa (bici e mezzi pubblici), non pensano di comprare un’auto nuova nei prossimi tre anni, i costi di gestione aumentano, si dichiarano più ligi al codice della strada, ma si riscoprono legalitari e invocano pene più severe per i trasgressori (prevenzione no?). Il genere di scenario che mi auspico da anni, ma che si realizza solo perché i portafogli si svuotano e non per presa di coscienza. Speriamo che una volta passata questa crisi (passerà?) qualcuno conservi le buone abitudini. Ovviamente Borgomeo di Repubblica e l’ACI non danno la mia stessa chiave di lettura, ma pazienza di certo nessuno se l’aspettava. Vediamo i punti più interessanti.
Abbigliamento invernale per la bici
Vivo a Madrid che è una città molto fredda, vediamo come mi sono organizzato per muovermi in bici in questa stagione. Ricordatevi che d’inverno in bici non bisogna coprirsi troppo: una volta che si inizia a pedalare bastano 200 – 300m per riscaldarsi e a a quel punto il rischio è di iniziare a sudare come in una sauna e rischiare di raffreddarsi perché si è sudato non è una genialata. Più che abiti caldi servono vestiti che proteggono dal vento.
Velorution a Parigi
Che dire? Sabato 5 novembre sono stato alla velorution di Parigi, insieme ad Andrea e Valeria della SNIA in vacanza a Parigi Youri che a Parigi invece s’è trasferito. Io e Andrea abbiamo portato delle tallbike saldate da Giuso. Simpatici i parigini. Sabato tre novembre, complice il ponte, erano pochini, ma belli e determinati. Avevano delle bandiere attaccati alle bici contro un aeroporto che stanno costruendo nel nord della Francia e contro il quale c’è una mobilitazione in corso. Nulla da dire sulla velorution/critical mass, tutto si svolge come si svolge in quasi 500 città del mondo. E ci siamo divertiti. Tanto. Di seguito trovate un paio di fote scattate nella ville lumiere.
Come legare la bicicletta – Marsiglia style
Ciao care testoline bacate, dopo la prima lezione su come non farsi rubare la bicicletta vi consiglio pure quest’articolo sullo stesso argomento, poi passiamo a vedere un po’ di esempi pratici su cosa fare e non fare forniti dai ciclisti di Marsiglia. Gli effetti psichedelici non sono dovuti a qualche stravagante filtro applicato in digitale, ma alle macchie di unto sul mio merdafonino.

Ecco come si lega una bici: la catena passa per tutt’e due le ruote e per il telaio, un po’ più robusta sarebbe meglio.
Aggiungo che se proprio dovete legare una sola ruota legate sempre quella posteriore: costa di più e cercare un pacco