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Inquinamento a Roma
Sono tornato a Roma da una settimana, ho ripreso possesso di Eva e la sto usando per i miei spostamenti in città. Il confronto con Madrid è impietoso, non solo per lo stile di guida degli automobilisti autoctoni (una delle cose che mi sono sentito ripetere più spesso in Spagna, ma non solo, è che a Roma guidano come pazzi, per loro fortuna non hanno visitato altre città italiane), ma anche per il livello di inquinamento più alto che a Madrid. Prima ancora di controllare i dati (qui per Roma, qui per Madrid) il mio corpo si è rivelato uno strumento di misura sufficientemente accurato per dire che Madrid batte Roma anche per aria pulita. Da qualche giorno ho un fastidioso mal di gola, lo stesso mal di gola che ho avuto quando da Roma mi sono trasferito a Casablanca: anche lì ho accusato fastidio alle vie respiratorie per l’elevato tasso di inquinanti nell’aria. Lì passò nel giro di una settimana, ovviamente non per abbassamento dell’inquinamento, ma perché mi abituai alle zozzerie nell’aria. Aspetto che succeda lo stesso anche qui a Roma, ma sto seriamente meditando di comprare una mascherina.
Immagine di Simone Ramella sotto questa licenza CC.
Club ciclista Perucha
El Perucha è un telaista e hacker della meccanica madrileno. Nel 2002 il laboratorio del Perucha è stato sfrattato e da allora ha cambiato vari spazi, sempre precari. In tutto questo tempo Perucha ha insegnato a saldare giovani e appassionati. Recentemente un gruppo variamente assortito di ciclofficine, centri sociali ha deciso di aiutarlo con un crowdfunding che trovate a questo indirizzo. È stato messo su anche un blog che aggiornerà la situazione del crowdfunding e del documentario che pure si vuole realizzare. Qui invece trovate l’articolo de El País che racconta del suo sfratto.
Abbigliamento invernale per la bici
Vivo a Madrid che è una città molto fredda, vediamo come mi sono organizzato per muovermi in bici in questa stagione. Ricordatevi che d’inverno in bici non bisogna coprirsi troppo: una volta che si inizia a pedalare bastano 200 – 300m per riscaldarsi e a a quel punto il rischio è di iniziare a sudare come in una sauna e rischiare di raffreddarsi perché si è sudato non è una genialata. Più che abiti caldi servono vestiti che proteggono dal vento.
Incidente in bici – Lettera agli automobilisti
Oggi tornando dal lavoro sono stato investito in bicicletta. Dinamica delle più classiche: andavo a centro strada in pieno giorno, ben visibile quindi, una signora si ferma allo stop, guarda a destra e non mi nota, guarda a sinistra e non c’era nessuno, invece di riguardare a destra passa mentre stavo passando io. Ho urlato, ma non ho avuto neanche il tempo di frenare: preso in pieno. Più che spaventato mi alzo incazzato come non mai e le grido: «¡Me podría matar!». Lei scende quasi in lacrime e palesemente scossa. Un attimo per capire cosa avessi e vista la bella botta alla testa decido di farmi accompagnare da un medico. Lo fa la stessa signora dopo che io ho tranquillizzato lei. Dopo un po’ d’attesa vengo visitato e per il momento pare che non abbia nulla. Alice invece ha due ruote storte, una luce rotta, speriamo nessun danno al telaio, ma ancora devo finire di fare il computo dei danni, di certo devo cambiare anche il casco. Già il casco. La capocciata è stata notevole e ho lasciato anche belle ammaccature alla macchina: di certo mi ha aiutato. Ora ho una serie di dolori sparsi alla base del collo e qualche graffio. La signora ha già chiamato l’assicurazione e nei prossimi giorni verrò contattato per il risarcimento. Ho detto alla signora, veramente mortificata, che la prossima volta deve far più attenzione.
Cari automobilisti, vi rendete conto che a vostra insaputa avete un’arma sotto il culo? Non credo che nessuno di voi sia intrinsecamente cattivo, ma dovreste rendervi conto che potreste ammazzare qualcuno per una semplice distrazione. Accendere una sigaretta, cambiare il CD, girarvi a guardare una cosa o guardare distrattamente a una precedenza, per non parlare di chi mangia, telefona, invia sms o addirittura si trucca. Potenzialmente sono tutti comportamenti assassini. Non cito volontariamente altre cose universalmente accettate come pericolose. Accompagnandomi a casa la signora si era tranquillizzata, le è bastato vedere le ammaccature e i graffi che ho lasciato sull’auto per ricominciare a tremare come una foglia e ha detto: «Te podría matar»…