Non è il numero di telaio!
Ho letto una serie di articoli sul corriere (
1,
2 e un commento
qui) a proposito di un furto di una bicicletta e dei tentativi di cercarla. Purtroppo Giuseppe, la vittima del furto, ha compiuto una serie di errori a catena, dettati forse da inesperienza. In primo luogo è uscito con una bici di marca e anche ben tenuta che dà molto nell’occhio. Non che sia vietato, anzi lui stesso dice di averlo fatto perché non aveva alternativa, ma le bici più appetibili sono proprio quelle di marchi blasonati e se le parcheggiate in mezzo a tante altre saranno le prime ad essere prese di mira. Su consiglio dei vigili urbani poi ha
fotografato il numero di telaio o meglio quel che credeva fosse il numero di telaio. In realtà ha solo fotografato una serie di numeri (forse il modello e qualche parametro costruttivo) che erano sul manubrio e che non hanno nessun valore per recuperare la bici. Il numero di telaio, quando c’è, di solito è punzonato (inciso) sotto la scatola del movimento centrale, quella parte della bici in cui passa l’asse dei pedali. Anche questa cosa però non è che sia di chissà quale aiuto, non essendo obbligatorio un numero di matricola per le bici può essere semplicemente limato o stuccato senza che nessuno possa obiettare nulla. Ha poi legato la bici in bella vista (bene) in mezzo a tante altre (meno bene, tante bici, tanti ladri). L’ha legata con una catena che nel gergo delle ciclofficine è poco più di un filo interdentale. Sebbene siano solide all’apparenza si tagliano molto facilmente e infatti così e stato, guardate qui piuttosto
cosa usano a New York per legare una bici. Per legare la mia bici mi assicuro che la stia legando a qualcosa di solido (sembrerà strano, ma molti pali si sfilano facilmente) uso una catena a sezione quadra per il telaio e