vari
Bici-frullatore
Miei piccoli lettori, so che in questi ultimi giorni sto pubblicando solo video come surrogati di post, ma abbiate pazienza, sono stato in giro per lavoro e non avuto il tempo di scrivere. A breve però nuovi scritti.
Povera bici
E chi dice che una bici da corsa non è maneggevole?
Ciclofighismo, troglociclismo e troglofighismo
Nel ciclismo urbano si distinguono le tre grandi categorie che danno il titolo a questo post. Questa tassonomia nasce da attenta e accurata analisi antrosociologica effettuata negli anni sulle strade di varie città. Basata quindi su solide basi scientifiche merita lettura e riflessioni che escono dagli ambiti tipici dell’accademia per dare una lettura della società tutta. Passiamo quindi all’analisi delle categorie riportate.
Macrofotografia: consigli per iniziare
Un articolo dal vecchio blog che vale la pena ripubblicare.
Per macrofotografia si intende quel genere di fotografia in cui i soggetti ripresi sono riprodotti con un rapporto di ingrandimento pari almeno ad 1:1. Detto in soldoni l’immagine di un oggetto lungo un centimetro sarà lunga un centimetro anche sul negativo (o sul sensore). Per questo genere di fotografia bisogna utilizzare una serie di strumenti ad hoc, che permettono di avvicinarsi e mettere a fuoco oggetti molto vicini e solitamente piccoli. In questa branca della fotografia fanno la parte del leone i cosiddetti obiettivi¹ macro, che sono progettati e ottimizzati per lavorare a brevi distanze, il costo di questi oggetti non è mai banale, nonostante ciò è possibile avvicinarsi alla macrofotografia con tutta una serie di mezzi. Più o meno ortodossi².
Lente di ingrandimento: una di quelle da scrivania, di diametro sufficiente a ricoprire la lente frontale dell’obiettivo, permette di effettuare i primi esperimenti. Ponetela davanti alla lente frontale dell’obiettivo e avrete la possibilità di focheggiare molto da vicino. Il costo è minimo, la qualità potete immaginarla. Non è facile impugnare la fotocamera con una mano e con l’altra la lente d’ingrandimento, fate attenzione al mosso di conseguenza. Non comporta
Una (non tanto) breve guida alla scelta dell’obiettivo¹
Ripropongo un articolo dal vecchio blog che può sempre risultare utile a qualcuno.
Non entrerò nei dettagli, oltremodo incomprensibili ai più, ma mi limiterò ad enunciare i concetti fondamentali della teoria delle aberrazioni ottiche per i sistemi ottici centrati. Un sistema ottico centrato per quel che concerne questa guida altro non è che un obiettivo. Come per la maggior parte dei sistemi fisici è possibile descriverlo e modellizzarlo con differenti gradi di accuratezza e tutti i vari livelli di descrizione possono essere inquadrati nell’ambito di una teoria generale. La teoria fisica che meglio si adatta agli obiettivi, intesi come oggetti che debbono produrre immagini, è l’ottica geometrica ed è possibile formularla a diversi livelli di accuratezza, il primo, quello più conosciuto e solitamente studiato nei corsi universitari va sotto il nome di ottica di Gauss, o del primo ordine o ancora ottica dei sistemi perfetti. Si può utilizzare questo livello di descrizione quando si concentra la propria attenzione in una piccola zona attorno all’asse di simmetria dell’obiettivo detta zona parassiale e i raggi luminosi formano angoli piccoli con l’asse stesso². In particolare è detta ottica dei sistemi perfetti perché secondo questo modello e a questo livello di approssimazione le immagini sono riprodotte perfettamente: a punto corrisponde punto e a piano corrisponde piano, un’immagine che venisse riprodotta in tal modo sarebbe perfettamente uguale all’originale. Un sistema con queste caratteristiche è detto ortoscopico. È facile trovare esempi in cui le condizioni sotto cui questa approssimazione non vale: i grandangolari, in virtù dell’ampio angolo di campo inquadrato, non possono essere correttamente descritti dall’ottica di Gauss, ma anche per i teleobiettivi non è